In questi giorni segnati dal Coronavirus, è capitato a diverse persone di non poter lavorare. Ma il caso che ci giunge dal Portogallo è a dir poco pazzesco e fa quasi perdere ogni tipo di contatto con la realtà. Sono coinvolti in questa storia tre dealer, i quali hanno posto la vita davanti a ogni cosa.
Siamo tra le mura del casinò di Chaves, di proprietà del gruppo Valverde, nella nazione lusitana. Qui, un paio di settimane fa, il Coronavirus sembrava una minaccia ancora lontana, tanto che le regolari operazioni tra i tavoli della struttura di gioco proseguivano in maniera tutto sommato normale.
In ogni caso, i tre dealer di cui sopra non erano pronti a lavorare al cospetto di una vasta quantità di persone. Così hanno chiesto di non lavorare, anche se la loro proposta era un po’ più ampia. Loro tre, insieme agli altri colleghi, avrebbero voluto proporre di chiudere il casinò di Chaves. Ma la replica è stata altrettanto forte.
Coronavirus, licenziati i dealer
In quei giorni era in programma un torneo di poker e i tre dealer erano nelle turnazioni proprio per l’evento. Un torneo che prevedeva la presenza di decine di persone: una situazione sgradita proprio a causa delle notizie legate al Coronavirus. Tuttavia, i vertici del casinò hanno preso una decisione incredibile: tutti e tre sono stati licenziati.
Da qui è partita la reazione furente da parte del sindacato che si occupa dei diritti dei dipendenti del casinò. Ma almeno per il momento non sembrano esserci dietrofront da parte della casa da gioco portoghese. E nel frattempo, a rendere la situazione ancor più assurda, il casinò è stato costretto a chiudere per via delle disposizioni del Governo nazionale.
Carlos Teixeira, presidente del sindacato che si occupa dei dipendenti delle case da gioco, aveva invocato il buon senso. “Il Coronavirus è un problema che sta dilagando in tutta l’Europa. Per questo motivo chiediamo la chiusura dei casinò per contribuire alla gestione della sanità pubblica”. E poche ore dopo è arrivato l’annuncio della chiusura.
E a proposito dei tre dealer licenziati, Teixeira prosegue: “I ragazzi avevano già avvisato i vertici del casinò. Non eraa il caso di lavorare per quel torneo di poker. Non c’erano le condizioni di sicurezza, anzi erano alte le probabilità di contagio. Tuttavia, fu detto loro che sarebbero stati licenziati perchè si stavano rifiutando di lavorare”.
Chissà se, dopo l’esplosione del virus, i tre dealer ingiustamente licenziati verranno reintegrati.