La rubrica Poker Life è nata con l’intento di far scoprire alcune storie, alcune curiosità o qualche aneddoto legato alla vita e alla carriera di alcuni tra i più forti giocatori italiani di poker. La nostra redazione ha selezionato alcuni profili tra quelli con cui abbiamo condiviso ore e giorni particolari legati al gioco. Sia nei confini italiani che nei lunghi viaggi verso Las Vegas. Il nuovo protagonista di questo episodio risponde al nome di Salvatore Bonavena.
Per chi non lo conoscesse, si tratta di uno dei pionieri del Texas Hold’em nel nostro Paese. Basti dire che uno dei soprannomi che gli sono stati affibbiati in tantissimi anni di carriera è Mr.EPT, in quanto è stato il primo nostro connazionale a vincere il Main Event di una tappa dello Europeak Poker Tour. Ma ci sono davvero tantissimi aneddoti che costellano la vita e la carriera di Salvatore.
Salvatore Bonavena, una vita legata al poker
Il racconto di Salvatore parte con gli inizi da giocatore: “Ho iniziato a giocare a poker nel 2006, fu amore a prima vista. Essendo che mi trovavo a Milano per lavoro mi sono informato su come funzionasse il gioco. Mi sono recato a Sanremo a giocare il primo torneo senza conoscere le basi, ma ho subito ottenuto un buon risultato“.
Poi è arrivato il momento clou, quello in cui Bonavena ha capito che il ‘giochino’ poteva fare al caso suo: “Ho ottenuto un secondo posto a Venezia e ho potuto partecipare al torneo di Praga, in cui vinsi il Main Event EPT e fui il primo italiano a vincerlo“.
Una carriera in crescita fino al 2010, anno in cui riuscì a piazzare anche la prima bandierina alle World Series of Poker. Poi nel 2012 anche la vittoria del Main Event ISOP di Saint Vincent. Un successo condiviso con la famiglia, in particolare con il figlio Francesco.
L’ultima considerazione di Salvatore Bonavena riguarda l’evoluzione del gioco del poker: “Oggi il poker è completamente diverso rispetto a quando ho vinto l’EPT. All’epoca si giocava con 10k di stack contro i 30k o i 50k di adesso, con livelli molti più lunghi. Prima c’era più intuito, era un poker più di braccio mentre ora c’è più preparazione grazie all’online. La fortuna e il caso incidono veramente poco“.
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