Mustapha Kanit ha vissuto tante vite nel mondo del poker, pur essendo ancora molto giovane. Musta è uno dei più vincenti di sempre nei tornei live, oltre a essere il secondo miglior italiano in termini di denaro vinto. Ma la sua vita al tavolo (e non solo) è ricca di aneddoti affascinanti.
Tutti aneddoti che Mustacchione ha raccontato nelle scorse ore in diretta Facebook. Kanit è stato infatti ospite di Alberto “grandealba” Russo, che dopo la prima diretta in cui ha coinvolto alcuni mostri sacri della storia italiana (su tutti Blanco, Isaia e Pagano) ha parlato anche con Musta. E lui ha raccontato in primis com’è cominciata la sua avventura nel poker.
Mustapha Kanit e gli esordi
“Ho capito che avrei dovuto smettere di giocare a Magic e passare al poker quando incontrai David Williams – racconta Mustapha Kanit – . Lo incontrai in un torneo a ridosso dell’Ept di Montecarlo. Ai tempi giocavo con mezzi di fortuna, usavo un vecchio computer collegato ad un televisore”.
E così, dopo aver deciso che il poker avrebbe potuto portargli degli ottimi profitti, Kanit inizia a giocare. Ma non senza difficoltà, soprattutto a livello familiare. “I miei genitori erano contrari a lasciarmi giocare a poker. Quando ho iniziato a giocare sul dot com avevo 16 anni, sapevo che avrei potuto sfondare. Ho capito subito che con il poker si potevano fare tantissimi soldi, più di quanti se ne facessero con Magic“.
Mustapha Kanit è tornato a quell’incontro avvenuto nel Principato con David Williams. E da lì, la storia è nota. “All’epoca non conoscevo David, lo vidi arrivare con una ragazza bellissima a bordo di una super macchina. Non abbiamo parlato, all’inizio non mi tornava qualcosa ma poi ho scoperto che giocava a poker e mi sono convinto che avrei potuto riuscirci anch’io“. E poi spunta un altro aneddoto: “Ho incontrato David l’anno scorso a Vegas durante le WSOP. Mi ha detto che se avesse saputo prima chi fossi, mi avrebbe stakato…“.
La vita oltre il poker
Ma il poker non è la sola attività di Musta, il quale racconta le sue altre fonti di guadagno. “Il poker non è più la mia attività principale. Si possono fare tanti soldi con gli investimenti, ho anche iniziato a dedicarmi al betting“. Kanit ha dunque fatto capire che la sua attività al tavolo è drasticamente calata: “Prima giocavo solo a poker, anche 12 ore al giorno. Adesso ci passo non più di quattro ore. Ho investito tantissimo sulle scuole, sull’attività di staking.“.
In ogni caso, pur non essendo un “maniac” in termini di tempo trascorso al tavolo, Mustapha Kanit non ha perso un certa self confidence. “Penso che se gioco al mio meglio, non c’è nessuno più forte di me. Sono convinto che la tecnica sia fondamentale, ma alla fine ti aiuta sempre l’istinto e la capacità di stabilire sul momento qual è la giocata giusta da fare. Il giocatore più forte è quello che riesce a fare meglio al tavolo, senza ad esempio usare i solver“.