Mustapha Kanit ha avuto fin qui una grande carriera. Ma c’è stato un momento in cui la sua stella ha iniziato a brillare anche a livello internazionale.
Stiamo parlando del Main Event del PCA del 2010, il suo primo in carriera: “La prima volta che ho giocato il Main Event PCA avevo 19 anni. Riuscii a qualificarmi tramite satelliti online per quattro anni di fila ma ho dovuto aspettare fino al 2014 per arrivare al primo acuto: il quarto posto in un $25.000 High Roller. È stato un risultato speciale sotto più di un aspetto: mi ha dato una vera spinta di fiducia in me stesso e la certezza di avere edge in tornei di questo tipo”.
Kanit ne ha parlato nel suo blog personale su Winamax, la room che lo sponsorizza. E dopo aver fatto questo flashback, si è concentrato sul presente: “Quest’anno ho iniziato direttamente con il $10,000 Main Event. Avevo un buon stack, ma ho perso un pot da chipleader a 60 left su una dinamica un po’ strana, su cui probabilmente avrei potuto prendere decisioni diverse. Lo spot è abbastanza complesso”.
Mustapha Kanit ripensa alla mano decisiva
Proprio nel Main Event di quest’anno c’è stata una mano pesante per lui. Lo scontro con Michael Rocco, giocatore ribattezzato da Mustapha Kanit “molto aggressivo”, viene ricostruito così: “Come ho detto, è uno spot molto complicato. Possiamo considerare il fold al turn, mentre al river la mia mano è troppo forte per prendere in considerazione il fold. Soprattutto dal momento che il mio avversario non ha il nut perché ho io l’asso di fiori. Come potete immaginare il mio non è stato uno snap call, ma ho trovato solo due combinazioni di Q-x a fiori che potevano essere giocate in quel modo da Rocco: Q-T e Q-9″.
Il racconto della mano, in cui Musta ha perso con scala contro colore, vede Kanit sottolineare il suo essere quasi spiazzato di fronte alle giocate dell’avversario: “Non so quanto al turn overbetti con queste combinazioni visto che non hanno bisogno di molta protezione e spesso hanno valore contro il mio range di check al flop… Ad ogni modo, questi sono gli spot che mi fanno sempre riflettere molto”.
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