È stato senza alcun dubbio uno dei casi più caldi dello scorso anno. Stiamo parlando della vicenda che ha avuto come protagonista Mike Postle e la sua partita quasi perfetta. Sono stati mesi particolarmente caldi e non sono mancati svariati attacchi ai suoi danni, ma il caso sembra essere giunto a una svolta.
Proprio così, perchè il giocatore americano sembra essersi arreso di fronte alla sua colpevolezza. Il tutto dopo diverse settimane in cui ha cercato di difendersi dalle accuse a lui rivolte. Tra le altre cose, ha anche provocatoriamente provato a ribaltare il fronte, lanciando la sfida ai suoi accusatori.
Ma alla fine dei conti, sembra proprio che la vicenda di Mike Postle si chiuderà come tutti si aspettavano. Anche perchè il giocatore sembra aver deciso di rassegnarsi e di consegnarsi alla giustizia. E l’indizio legato a questo possibile epilogo ci arriva direttamente dallo studio legale che lo sta seguendo.
Mike Postle si arrende?
L’avvocato Mac Verstandig ha infatti reso nota la decisione presa dal suo ormai illustre cliente. Dopo sette tentativi andati a vuoto, Postle avrebbe ricevuto il documento che lo invita a comparire davanti alla corte. L’ottava volta è stata quella giusta, visto che Mike ha deciso addirittura di farsi trovare in casa.
Dunque Postle è pronto a comparire davanti a un giudice, ma anche ai suoi principali accusatori. Si tratta dei proprietari del Stones Gambling Hall e del Kings Casino, quest’ultimo non è il casino di Rozvadov. A loro si aggiunge Justin Kuraitis in qualità della poker room del casinò dove si è giocata la sessione maledetta.
Per la cronaca sono almeno cinque i capi di accusa che Mike Postle dovrà fronteggiare. Tra questi spiccano soprattutto quelli di frode e di appropriazione indebita. Il giocatore, infatti, truccando in maniera palese la partita, ha portato a casa denaro che in realtà non gli spetterebbe.
Postle ha firmato il documento ricevuto da Verstandig, che però non lo appoggerà in tribunale. Non ci sarà nessun legale, infatti, al fianco di Mike nel corso del processo a suo carico. Neanche William Portanova, che all’inizio aveva espresso il suo appoggio ma che poi deve essersi defilato.