Luca Moschitta è tornato di recente sulla cresta dell’onda. Tuttavia ha fatto capire di aver cambiato un po’ le sue abitudini: “Online ho smesso da un po’, oramai è da tanto tempo che non sto giocando, pensa che addirittura mi hanno chiuso l’account del punto it per inattività. Su punto com è ancora attivo ma non sto giocando più da un po’”.
Il player siciliano, uno dei componenti della golden age all’inizio dello scorso decennio, è tornato a giocare live. In un’intervista rilasciata per Assopoker, ha fatto capire che gli piace molto il cash game. Indipendentemente dall’investimento da fare: “Il cash game online è bello tosto, gli mtt richiedono troppo tempo e oramai ho altri interessi per potermici dedicare full time. Ormai preferisco concentrarmi più sul live”.
Luca Moschitta, italiani in crescita
Durante l’intervista Luca Moschitta ha fatto capire che il suo grande rammarico è aver missato l’EPT di Parigi. In ogni caso, proverà a scendere in campo nei prossimi step della stagione dello European Poker Tour: “Non sono riuscito ad andare per altri impegni ma ho già prenotato tutto per Montecarlo. A parte questa tappa di Parigi non credo di mancare alle altre della stagione”.
Secondo il siciliano, i giocatori italiani stanno riuscendo a imporsi bene all’estero. La crescita rispetto agli anni scorsi è esponenziale: “Io vivo in una sorta di bolla perché quando vado a giocare un torneo di solito è un EPT, e bene o male con quelli che li giocano ci conosciamo tutti, e sono tutti bravi giocatori. A differenza di un tempo, oggi non ci sono più italiani sprovveduti che vanno a giocare l’EPT. Oggi abbiamo tanti ragazzi che hanno deciso di farsi le ossa sulle piattaforme online dot com e si vede”.
Infine Luca ha voluto esprimere un ricordo di Vito Planeta. Queste le sue parole: “Da un punto di vista personale sono molto dispiaciuto perché era una persona umile, intelligente e piena di qualità. La prima volta che lo incontrai di primo acchito pensai ‘ma chi è sto qua?’, perché aveva un modo di porsi che non ti faceva mai pesare che era una persona intelligente e di cultura in primis, e in secondo luogo il suo successo nella vita lavorativa extra-poker. Sulle prime ti sembrava di parlare con uno incontrato al bar, poi bastava poco per renderti contro delle sue qualità”.
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