Quando si gioca per tanti anni a poker, si fa sempre una analisi accurata di ciò che ci succede. Sia durante l’azione al tavolo, sia in tutti i singoli aspetti che vengono curati. E di conseguenza si diventa anche critici, persino di fronte alla pecca più piccola.
Potrebbe essere in un certo senso la nuova visione del poker adottata da Daniel Negreanu. Il giocatore canadese si trova in questo momento a Rozvadov a caccia del braccialetto. Le World Series of Poker Europe 2019, però, almeno per il momento vanno a rilento per lui.
Nel frattempo prosegue la sua attività di blogger, attraverso il suo canale su Youtube. I suoi vlog sono come di consueto coinvolgenti e interessanti per diversi spunti che vengono dati. E Negreanu, questa volta, ha voluto soffermarsi su come dovrebbero essere i tornei.
Una lunga serie di punti che riguardano ogni singolo aspetto di un evento da giocare live. Ovviamente Daniel si è soffermato più che altro sull’aspetto del gioco e della struttura del torneo. Sono in particolare sei i punti toccati dal giocatore canadese nel suo ultimo vlog.
Ecco di cosa si tratta nello specifico:
- Un solo evento durante un singolo giorno;
- Niente late registration, tranne che tu non abbia appena finito di giocare un altro evento;
- Niente re-entry;
- Si gioca prevalentemente No Limit Hold’em, ma con la possibilità di adottare altre varianti;
- L’organizzazione deve garantire il meglio durante ogni singolo evento;
- Alla fine delle “series”, i migliori giocatori devono essere premiati.
Dunque le regole dell’evento perfetto secondo Daniel Negreanu sono poche ma molto chiare. Ci siamo soffermati soprattutto sul “sogno” del canadese di tornare ai tornei freezeout. Forse un modo per consentire un gioco standard fin dalle prime fasi, senza uscite di testa.
Anche il fatto di premiare i migliori giocatori a fine evento pare un’idea molto interessante. Anche perchè stimola i players a disputare più tornei per scalare una ipotetica classifica. Un po’ come succede alle ISOP, ad esempio, con le classifiche del Player of the Year.
E chissà se gli organizzatori delle series più importanti non facciano un pensierino alle “regole” di Negreanu…