Come spesso accade, Daniel Negreanu fa partire una miccia che è destinata a esplodere. E anche in questo caso, la deflagrazione rischia di fare rumore per un po’ di tempo. Anche perchè a essere messo in discussione è il nuovo sistema dei tornei live per intero.
Il giocatore canadese, infatti, ha scritto un tweet in cui ha parlato di una sua ipotetica organizzazione. Una serie di piccole ma semplici regole che Kid Poker applicherebbe per una Series. E di fatto, alcune di queste regole vanno in netta contraddizione con quanto accade per ora.
Si è parlato di uno stop ai re-entry illimitati, agli add-on e ai tornei con tanti flight. Negreanu, dunque, ha sconfessato quanto accade in giro per il mondo nei tornei di poker. In primis, a essere messa in discussione è la dinamica degli eventi delle WSOP Europe.
Una situazione che è stata discussa anche da una delle “voci” principali del poker internazionale. Stiamo parlando di Norman Chad, uno dei telecronisti ufficiali delle World Series of Poker. Lui, insieme a Lon McEachern, hanno raccontato le vicende WSOP negli ultimi anni.
Norman Chad ha espresso grande rammarico per la struttura dei tornei in corso in questi giorni a Rozvadov. E lo ha fatto con un tweet in cui ha manifestato tutta la sua rabbia. Tanto da aver ribattezzato le WSOPE “il festival del re-entry per gli high roller e chi ce l’ha duro“.
“Un terzo degli eventi ha un buy-in di 25.500 euro o superiore – scrive Chad su Twitter – . Ogni evento prevede i re-entry, la maggior parte dei quali sono illimitati. Il resto di noi giocatori è rimasto a casa a preparare la chicken pot pie (piatto tipico americano)”.
Immaginate se Fabio Caressa criticasse il format della Serie A di calcio o Flavio Tranquillo attaccasse la NBA. Allo stesso modo, Norman Chad non le ha mandate a dire a chi ha creato la schedule delle WSOPE. “Qualcuno ha sequestrato le World Series of Poker, per giunta alla luce del sole“, ha aggiunto.
E con un terzo tweet, il telecronista ufficiale ha continuato con la sua invettiva. “Ci sono in palio braccialetti delle WSOP, ma questo non è poker. Bisogna aprire il portafogli e provare a costruire stack immensi. E se vieni eliminato, dovrai aprire di nuovo il portafogli e riprovarci ancora. E ancora, e ancora“.
Insomma, uno sfogo pesantissimo da parte di chi è abituato a usare la sua voce a raccontare i tornei di poker, e non ad attaccare chi li organizza.