La storia del poker ha visto la presenza di grandi personaggi, capaci di creare delle vere e proprie leggende attorno al “tavolo verde”. Ma con ogni probabilità, nessuno potrà mai raggiungere i livelli toccati, in circa mezzo secolo di attività, da Doyle Brunson.
Il grande giocatore, meglio noto anche come Texas Dolly, ha fatto la storia del gioco. E l’ha fatta grazie a una serie di giocate che resteranno a lungo nella memoria collettiva di giocatori appassionati. Ma Brunson è ancora un’icona grazie anche ad alcune frasi rimaste nella leggenda.
E a proposito di frasi a lui legate, c’è un tweet misterioso e a tratti macabro di un paio di giorni fa. Doyle Brunson, infatti, ha scritto poche parole che hanno messo un po’ in subbuglio l’ambiente. Anche perchè il texano parla ancora una volta della tematica della morte.
“Non sono ancora sicuro di dover affrontare questo bug, o qualsiasi cosa sia. Ma se ha deciso di farmi fuori, spero che lo faccia in fretta“. Questo il testo del cinguettio di Doyle Brunson, accompagnato da una gif che quantomeno prova a rendere un po’ meno drammatico quanto scritto sopra.
Inutile dire che le reazioni a questo tweet non sono state esattamente ricche di gioia. C’erano tanti messaggi di supporto, alcuni dei quali intenzionati più che altro a provare a restituire il sorriso a Texas Dolly. Tra questi quello di Mike Forbisher: “Ti ho giocato vincente al Main Event WSOP del 2039, quindi devi resistere altri vent’anni“.
Per il resto, sono arrivati i soliti commenti un po’ allarmati dalla situazione di Doyle. Non dobbiamo dimenticare che i problemi di salute di Brunson non sono stati pochi ultimamente. La leggenda del poker ha dovuto fronteggiare anche un cancro qualche anno fa.
Come sappiamo, ne è uscito come sempre in maniera brillante, ma non possiamo escludere nulla in questo momento. Per ora dobbiamo attenerci a riportare questo tweet, che è doloroso da leggere ma al tempo stesso ci racconta del profondo dramma che sta vivendo una delle leggende della storia del poker.
Ovviamente da parte nostra si alza un grido fortissimo: forza Doyle!