Vi ricordate quanto era bello seguire le partite cash game high stakes di qualche anno fa? C’erano grandi giocatori provenienti da tutto il mondo, ma in particolare un si fece amare tantissimo. Stiamo parlando di Gus Hansen, The Great Dane, capace di fare cose fantastiche anche nei tornei.
Un giocatore capace di ricavare da un torneo giocato addirittura la trama per un libro. Il famoso Every Hand Revealed, che conteneva le sue riflessioni su ogni singola mano da lui giocata. Alla fine, in quel Main Event dell’Aussie Million del 2007, fu proprio lui a trionfare su Jimmy Fricke.
Tuttavia, la storia di Gus Hansen al tavolo da poker non è stata sempre rose e fiori. Per lui sono arrivati anche tanti anni difficili, in cui le perdite hanno superato i guadagni. E di questi anni travagliati il danese ha voluto parlare ai microfoni di Joe Ingram.
Da una parte un grandissimo giocatore, che ha fatto la storia recente del poker live e online. Dall’altra parte un noto streamer, che ha tirato su un podcast di grande spessore nell’ambiente. E quella che è venuta fuori è stata una discussione, come di consueto, con tanti temi caldi.
L’intervista inizia con un’affermazione che racciude in essa la grande onestà di Gus Hansen. “Se guardiamo ai fatti, ovvero a quanto ho vinto e quanto ho perso, la mia carriera online non è stata esattamente un grande successo. Inutile girarci intorno“.
Hansen parla anche della sua evoluzione come uomo e come giocatore: “Ho scoperto la disciplina, prima non sapevo cosa fosse. Se mi andava di giocare contro qualcuno, anche se era un grande giocatore, me ne fregavo e lo facevo lo stesso. Anche se sapevo che avrei perso tanti soldi. Ora, ad esempio, non lo farei più“.
Tuttavia, Hansen ammette delle differenze di approccio nei confronti dei giocatori più sulla cresta dell’onda. Leggiamo: “Se ad esempio trovassi Timofey Kuznetsov a un tavolo di cash game, mi siederei perchè è comunque un tavolo con altri giocatori. Ma se mi chiedesse di giocare un heads up, direi di no senza battere ciglio“.
Dunque Gus Hansen si riscopre più disciplinato e consapevole dei propri limiti e della forza altrui. E lo riassume con un altro concetto: “Se fossi il decimo migliore al mondo e affrontassi i primi due, perderei tanti soldi. Ma se fossi il milionesimo miglior giocatore e affrontassi il miliardesimo, ne vincerei tanti“.
Chiudiamo con un’altra massima: “A poker vince chi sbaglia meno, e io per troppo tempo non ho imparato dai miei errori“. Beh, che dire: chapeau Gus!